Yu-Gi-Oh! Links Beyond the Magic

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    Capitolo 6

    “Pesco una carta! Ed ecco che il Nobile Cavaliere Medraut s’adopra ad apparir nel campo di battaglia, forte di lama e coraggio, ben lieto di fornir il suo valido supporto in questa guerra!” La voce risuonò forte e chiara, disperdendosi nell’aria aperta mentre un uomo, svolgendo un combattimento a carte nella Cupola, Evocava un mostro; l’uomo era alto e muscoloso, presentava un bizzarro vestiario costituito da un’armatura medievale e un elmo, entrambi dorati, e dei capelli corti castani. Il mostro da lui chiamato, Nobile Cavaliere Medraut, era un giovane biondino alto come l’uomo che l’aveva evocato, impugnava una corta spada all’apparenza senza una lama affilata e una corazza argentea con riflessi rossastri, un mantello rosso cremisi e due spallacci metallici; nonostante l’aria da “bravo ragazzo” che mostrava, in fondo ai suoi occhi era possibile notare una certa malvagità repressa.
    “Ora che Medraut è apparso, posso-” la frase del cavaliere venne stroncata sul nascere da un forte rumore, seguito dalla distruzione della cupola virtuale, che si smaterializzò all’istante mostrando un ampio giardino, composto da vialetti verdeggianti alternati a stradine cementizie, con siepi potate in modo da avere forme sinuose che s’intrecciavano tra loro come serpi. “Cosa è accaduto, di grazia?” mormorò stupito l’uomo in armatura, guardando laddove prima era presente il centro dell’Arena, adesso scomparsa insieme agli ologrammi vari... e notandovi un uomo caduto supino, con una corazza nera e capelli grigiastri.
    Il nuovo arrivato si mise in ginocchio e, una volta posata la mano sul ginocchio, fece leva fino a rimettersi totalmente in piedi. Teneva un paio d’ali in mano. “Vance!” lo chiamò l’altro, una volta che l’ebbe riconosciuto. “Il nostro Generale dei Giudicatori ridotto in questo stato... Cos’è avvenuto?” domandò guardando l’altro con aria apprensiva.
    Una volta che il Generale si fu guardato intorno, rendendosi conto di essere in un posto familiare, pose lo sguardo sul suo interlocutore, parlando con voce grave. “Shegon... Dammi una mano e portami da Gulldor. Puoi essere un Generale quanto vuoi, ma da che mondo è mondo rimango ancora un tuo superiore.” Affermò con fare altezzoso. L’uomo in armatura, che corrispondeva al nome Shegon ed era un Generale come Vance – seppur suo sottoposto – annuì e lo afferrò in malo modo, borbottando qualcosa in una lingua simile a quella comunemente parlata, ma con vocaboli più colti, incamminandosi verso l’entrata del castello che stava sopra di loro.
    Il cambio di atmosfera fu un qualcosa di inquietante: se prima ci si trovava in un giardino illuminato dalla calda e confortante luce solare, ora la poca luce che filtrava dalle vetrate proiettava ombre disturbanti che parevano guardare i due Generali... e, il rumore dei passi ovattati a causa del tappeto presente sotto i loro piedi non contribuiva certo a tranquillizzare i presenti. In ogni caso, dopo che quel lungo corridoio venne percorso, i due raggiunsero un trono finemente decorato: ovunque, dai manici allo schienale, era possibile vedere zaffiri, rubini e ogni sorta di pietra preziosa incastonata in quel trono. Sopra il trono, momentaneamente invisibile a causa dell’ombra che avvolgeva la stanza, stava una persona... Gulldor. Il Folle.
    “Vance?” chiese sorpreso il Folle guardando di sottecchi i due e soffermandosi sul più malconcio. “Cosa diavolo ti è successo?” domandò con aria interrogativa e al contempo quasi sconcertata: come poteva un Generale, uno dei suoi Guerrieri scelti, poter essere ridotto in quello stato?
    “Shegon, vattene.” Intimò Vance e, una volta che quest’ultimo se ne fu andato, prese a parlare a Gulldor. “Dunque, Signore.” Iniziò a parlare, subito dopo un profondo respiro. “Come lei ben sa, sono subito andato al Covo dei Ribelli. Una volta lì...” E il racconto filò liscio: il breve scontro con i Ribelli, la morte dei quattro Giudici, l’accenno alla battaglia tra il Generale e i quattro e, infine, l’apparizione di Prometheus. Gulldor ascoltò tutto senza tradire emozione alcuna, limitandosi a guardare un punto imprecisato sopra la spalla di Vance.
    “Quindi...” sibilò il Folle, l’impassibile sicurezza leggermente scomparsa sia dal volto che dall’animo. “quei quattro umani sono riusciti a uccidere i Giudici... e, dopo che una strane Entità ha parlato... ti sei ritrovato in questo stato?” domandò retoricamente Gulldor. In condizioni normali non avrebbe creduto a una parola di tutto ciò che aveva sentito... ma lo stato fisico di Vance, oltre alla stessa persona quale il Generale era, gli fecero capire che non era uno scherzo. Cosa che non lo tranquillizzò: come potevano degli umani essere così forti... e come poteva una Entità avere un potere tale da ridurre un suo guerriero fidato in quello stato?
    “I Generali sono stati uccisi?” domandò il Dittatore, quasi risvegliandosi da uno stato di sonno incantato. “Come è avvenuto, Vance?”
    Il Generale attese qualche attimo, rievocando alla mente il ricordo dei suoi migliori amici e fedeli compagni di mille avventure... Poi, non appena gli episodi furono sufficientemente nitidi, prese a parlare. “Shadow è stato ucciso da una Piromante, bruciato vivo durante l’utilizzo della Saizu Omega. Oltre all’attacco avversario di particolare potenza, c’è da dire che la tecnica ha necessitato un enorme dispendio di energie... E’ classificata come Tecnica di Rango EX. Magnon è stato ucciso da un Foto-Spadaccino, un fendente alla testa durante l’esecuzione di una tecnica di cui non ero a conoscenza... Rekku a causa della sua giovane età non era pronto alla battaglia e un emomago l’ha eliminato... Per quanto riguarda Einjar, il suo amore per la battaglia l’ha spinto a consigliare l’avversario ed... è finito male.” Spiegò.
    Gulldor non disse niente, si limitò ad accavallare le gambe e ad assumere un’aria pensierosa... gli esseri umani erano davvero così potenti? Era un notevole smacco per l’Impero, se la notizia si fosse diffusa tra il popolo le reazioni sarebbero potute essere imprevedibili: insurrezioni popolari... rivoluzioni... “Allora!” esclamò Gulldor. “Innanzitutto, Vance, ricordati di non dire niente a nessuno. Se si diffondesse la notizia, la popolazione finirebbe nel panico. Erano troppo legati ai Giudici Gentili. Troveremo una soluzione.”
    Il Generale lo guardò per un attimo: come poteva il Folle pensare solamente ai risvolti sociali dell’accaduto... e non preoccuparsi dello stato psicologico di Vance, oltre che della sorte dei migliori amici e uomini scelti del Generale? Inoltre... Gulldor sembrava essersi dimenticato di un particolare del racconto di Vance, forse il più importante...
    “Signore.” Disse il Generale. “E... riguardo quella strana Entità? Cosa ne pensa?” domandò con fare interrogativo, speranzoso in una risposta chiara e risolutiva da parte del suo Superiore.
    “Vance... a quanto tu stesso mi hai detto, quella ‘entità’, come tu la chiami, è un uomo molto alto, dalla pelle arancione, dispone di due ali, sa volare e indossa una armatura: dico bene?” domandò riassumendo tutti i dati fisici circa Prometheus, ricevendo un segno di assenso in risposta. A quella risposta, Gulldor estese un braccio e, dopo qualche frazione di secondo, da uno degli ampi scaffali che incorniciavano la stanza del trono si staccò un libro dalla copertina verde, antica e rovinata: fluttuò leggiadramente e si posò delicatamente nelle mani del Folle, che lo aprì cercando una pagina precisa, facendo volare nuvolette di polvere ogni volta che girava pagina... finché non ne raggiunse una che sembrava mostrare quello che voleva. Prese a leggere.
    “Il Dio Einski vide Era, comune mortale. I due si amarono e dalla loro unione nacque l’Essere. Era più grande del più grande degli uomini, dalla carnagione del colore del sole al tramonto e portatore di Pace come il pacifico Padre. Ma Era, donna di natura lussuriosa, aveva dato la sua parte all’Essere. L’instabilità prese parte nel suo corpo, fino a condurlo all’indipendenza dall’una e dall’altra parte, non trovando ragione di vita.” Concluse e chiuse il libro per poi guardare il Generale con espressione soddisfatta.
    “Non possiamo esserne certi, Vance.” Disse. “Ma quell’uomo mi sembra proprio l’Essere. A quanto hai detto, ti ha lasciato un paio di ali, dico bene?” domandò con aria incuriosita. Vance annuì una seconda volta, tastandosi l’armatura e ritrovandole seminascoste nel fianco destro. Le porse al Folle, fece un inchino e se ne andò carico di dubbi e di rimpianto. Nel mentre Gulldor s’era alzato e aveva rigirato quelle ali tra le sue mani: apparivano costituite da uno scheletro composto da un’asta verticale e tre in orizzontale, di lunghezza progressiva, unite tra loro da una membrana; il tutto era di un colore rossastro ed era grande quanto le ali di un’aquila. Gulldor le guardò con più attenzione, poi si risedette e fece mente locale a cosa poteva essere accaduto.
    “A quanto pare, Prometheus... hai deciso di entrare in scena. Lo dicevo, io. La vita calma non fa per te.” Sussurrò mentre un sadico sorriso si dipingeva sul suo volto.
    Nel mentre, nel Covo della Resistenza, tutti gli avvenimenti avevano lasciato confusi i quattro membri. “Ah...” ansimò Dake arrancando verso la sedia più vicina e gettandovisi sopra. “Non c’è niente contro le ferite? Non per dire ma quel Magnon era un mostro!” si lamentò tenendosi con la mano destra la spalla opposta, evidentemente dolente a causa dei molteplici colpi ricevuti durante lo scontro.
    “Purtroppo no.” Rispose Alicia, anch’ella visibilmente provata dallo scontro: ansimava, e il volto non mostrava la solita impassibile sicurezza. “Temo dovremo riposarci.”
    “Già.” Proseguì Kyle, sedendosi vicino alla rossina con un sorrisetto saccente stampato in faccia, nonostante tra i tre sembrava quello ridotto peggio: presentava numerosi tagli e pareva aver perso molto sangue. “Effettivamente qua servirebbe un medico, ma con tutti i casini che abbiamo, se quello si ferisce chi lo cura?” domandò retoricamente.
    “E io so curarmi solo per me!” la voce possente di Brad rimbombò nell’ampia sala mentre l’omaccione si sedeva, calmo e pacifico: sembrava quasi non avesse nemmeno combattuto... nonostante i molteplici tagli che presentava. A un’occhiata più attenta, Dake si accorse che tutto il sangue che Brad aveva perso in battaglia non c’era più, quindi lanciò una occhiata interrogativa all’energumeno, che proruppe in una breve risata e diede una risposta ai quesiti che erano sorti nel castano. “Vedi, Dake, io sono un emomago (per la cronaca, un Mago che controlla il sangue): nel mio organismo ne è presente molto di più che in un normale umano, e sono capace di manipolarlo, muoverlo, imprimerci forza e, soprattutto, farlo tornare nel mio corpo o sopravvivere anche in assenza di esso!” spiegò con un sorrisone.
    Dake lo guardò stupito, non aveva mai sentito di un potere simile, poi posò lo sguardo su Alicia e Kyle. Gli angoli della bocca della rossina si rilassarono un poco e parlò anche lei. “Io, invece sono una Piromante, controllo il Fuoco.” Poi fu il turno di Kyle. “E io uso semplicemente una lancia. Niente di speciale.”
    Dake attese qualche istante, poi si rilassò. Si rese conto di essere rimasto spossato da quella dura battaglia e sentì l’incombente peso di un qualcosa d’opprimente sul proprio capo. Si lasciò cadere tra le braccia di Morfeo.
    Quando si risvegliò si sentì molto meglio: il corpo non gli doleva più ed era perfettamente in forma, quindi si alzò dalla sedia su cui s’era addormentato e si guardò intorno, notando che gli altri tre erano intenti a una differente mansione: mentre Brad sonnecchiava tranquillamente, Kyle cucinava quelle che si sarebbero dette frittate e Alicia fissava il vuoto davanti a sé, immersa in chissà quali pensieri. Non appena Kyle vide l’altro, gli andò incontro con aria gioviale, tenendo pur sottocchio quanto stava cucinando. “Ehilà, Dake!” esclamò allegramente porgendogli la mano, in modo che l’altro gli battesse il cinque – cosa che fece, pur con movimenti impacciati. Poco dopo mise in tavola le frittate ma, visto lo stato di concentrazione che gli altri dimostravano verso ciò che stavano facendo, batté la mano sulla spalla di Dake. “Ti va un duello?” domandò sorridendo. L’altro annuì, sorpreso da quella richiesta, quindi il biondino esclamò “Modalità Duello!”, la consueta cupola si formò e la tenzone poté iniziare.
    MODALITA’ DUELLO SINGOLO – ATTIVATA
    LIFE POINTS DAKE: 8000
    LIFE POINTS KYLE: 8000
    “Inizierò io, se non ti spiace!” esclamò Kyle, sempre sorridendo, mentre pescava una carta. “Draw! Ora chiamo innanzitutto sul Terreno di Gioco Maestro Zombie (ATK 1800). Quindi posiziono due carte coperte e ti lascio il turno!” disse mentre gli ologrammi di due carte coperte apparivano nelle retrovie del terreno di Kyle e, davanti a loro, un ragazzo dalla pelle cadaverica, vestito di stracci e con una zazzera bianchiccia; aveva alle mani dei fili attaccati al Terreno.
    “Molto bene,” fece Dake. “allora tocca a me pescare!” esclamò facendo l’azione appena detta. “Innanzitutto gioco Fonditore Galil (ATK 1900)!” disse ponendo la carta in campo: contemporaneamente un essere apparve in campo: disponeva di un tozzo corpo bluastro, rivestito sulle spalle da un’armatura metallica che mostrava un emblema di fiamma in diversi punti; sopra di essa erano presenti due cannoni da cui colava liquido magmatico.
     
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    Capitolo 7

    La situazione pareva essersi finalmente calmata nel covo della Resistenza, con la scomparsa di Vance i vari membri erano tornati alle abituali mansioni e Dake e Kyle avevano iniziato un duello; mentre sul terreno di Kyle un Maestro Zombie stava sogghignante sul Terreno, con dietro due carte coperte, in quello di Dake – che, tra l’altro, risultava giocatore di turno – stava un Fonditore Galil, impassibile nella sua armatura metallica e ben attento al che i cannoni che stavano sulle sue spalle restassero costantemente puntati verso il terreno avversario.
    “Dopo l’Evocazione Normale del mio mostro”, proseguì Dake benintenzionato a dare il meglio di sé. “procedo Evocando Specialmente dalla mia mano Magmatriceratopo; posso farlo solo se controllo un mostro Normale di attributo Fuoco... a condizione che il suo Livello venga diminuito di due e il suo valore offensivo si azzeri!” esplicò il giovane mentre ad affiancare la sua creatura appariva un dinosauro quadrupede fatto interamente di magma, la cui testa era attorniata da lingue di fiamma che si espandevano fino alla lunga coda affilata. Non appena l’essere fu atterrato in campo lanciò un ruggito di battaglia, per poi prendere a fissare con aria truce il Maestro Zombie che, per tutta risposta, alzò un braccio, scoprendo una marionetta attaccata all’estremità dei fili che partivano dalle sue mani e facendo il ventriloquo con essa, prendendo in giro l’altra creatura.
    “Ora,” esclamò Dake con un tono così duro da far capire al mostro dell’avversario che i suoi scherzi non erano al momento graditi. “controllando due mostri di Livello 4, mi è consentito effettuare una Evocazione Xyz. Sovrappongo quindi Fonditore Galil e Magmatriceratopo! OVERLAY!” esclamò levando un braccio in aria impartendo l’ordine alle due creature che, dopo uno sguardo d’intesa, si raggomitolarono su loro stesse e si trasformarono in raggi d’energia rosso cremisi che, fluttuando e incrociandosi, salirono fino alla sommità della cupola, dove un vortice nerastro all’apparenza “galattico” li inghiottì. Pochi istanti dopo, da quel vortice uscì una creatura completamente nuova, un guerriero fiero e maestoso dalla bianca corazza splendente con alcune rifiniture in oro; brandiva una possente spada e mostrava nel corpo il numero 39 in strani caratteri stilizzati. Inoltre due lucciole gli fluttuavano intorno, a simboleggiare i Materiali Xyz posseduti. “Compari, Numero 39: Utopia!” esclamò Dake presentando all’avversario il suo mostro ma, prima che potesse impartire l’ordine di attaccare, Kyle estese un braccio e, a quel comando, la carta coperta alla destra del biondino si alzò, rivelando una Magia Rapida.
    “Non così in fretta!” lo ammonì infatti. “Attivo ora la carta Magia Rapida conosciuta come Replica Xyz: in questo modo posso scegliere un mostro Xyz che controlli – ovviamente Utopia – e staccarne tutti i Materiali.” Rivelò mentre della nebbia si spargeva per il campo di battaglia... nebbia che i Materiali di Utopia riuscivano a diradare, almeno per un primo momento: infatti poco dopo si spensero, e Kyle proseguì a parlare. “Essendo la prima fase dell’effetto della mia magia avvenuta con successo, posso passare alla seconda... ovvero, rispedire difilato nel tuo Extra Deck il bersaglio; dì pure bye-bye a Utopia!” esclamò con fare soddisfatto. Una volta che la nebbia si fu diradata... effettivamente il campo di Dake era totalmente spoglio, lasciando l’avversario e il suo mostro sghignazzanti. “Andiamo,” lo esortò il combattente con lancia. “Alicia dicevi che eri un gran duellante. Dov’è finita tutta la tua bravura?”
    Il castano si accorse con rammarico di essere stato avventato nel partire subito all’attacco: ora si ritrovava in una posizione di svantaggio rispetto all’avversario. L’Evocazione Normale era andata, inoltre si trovava con due carte in meno nella mano: come fare? Fissando le quattro carte che gli rimanevano, sorrise, notandone una che poteva fare al caso suo... anche se prima avrebbe dovuto fare attenzione all’altra carta posizionata. Dopo essersi schiarito la voce, giocò un’altra carta sul suo terreno di gioco. “Sul mio Terreno non ci sono mostri... ma tutti quelli presenti nel mio Cimitero sono di Attributo Fuoco: queste sono le condizioni ideali per l’Evocazione Speciale di Grifon Fiamma Chimerica (DEF 2100), direttamente dalla mia mano!” esclamò Dake mentre una nuova creatura appariva sul suo Terreno di gioco: aveva quattro zampe da uccello, ognuna delle quali disponeva di quattro dita; il corpo era rosso e terminava con una coda a squame, la testa era composta da fiamme e come lei le ali. Anche per questo, però, Kyle aveva la contromossa.
    “Non crederai di schierarti in difesa, Dake! Eh no, questo non lo accetto!” esclamò rivelando anche l’altra carta coperta, questa volta una trappola. “Gioco infatti Buco Trappola Scuro Profondo: quando giochi un mostro con effetto di Livello 5 o superiore, mi è consentito bandirlo. Contento, eh?” domandò retoricamente mentre un buco si formava sotto le zampe della Bestia Chimerica, che ci cadde e scomparve nel nulla... mentre Dake, invece di abbattersi per un’altra mossa bloccata, sorrideva, causando un moto di stupore in Kyle.
    “Andiamo, amico!” esclamò infatti il Duellante dei Galil all’altro membro della Resistenza. “Credevi davvero che io mi chiudessi in difesa? Volevo solo farti sprecare la trappola che avevi...” rivelò, per poi mostrare un’altra delle carte che aveva in mano. “... per essere certo di poter giocare con calma lui, in caso Utopia fallisse! Bandisco dal mio Cimitero i mostri Fonditore Galil e Magmatriceratopo, che tu stesso hai staccato da Utopia... per giocare tramite Evocazione Speciale Blaster, Drago Sovrano degli Inferi (ATK 2800)!” gridò. I fantasmi dei mostri citati da Dake apparvero per un breve istante, illuminati da una luce tenue... Poi si dissolsero in nuvole di fumo, sostituiti da una creatura colossale, che occupava il Terreno del castano in modo quasi opprimente: era un gigantesco dragone dalla pelle rossa, il petto del colore del magma puro, una lunga coda dentellata e due enormi ali, che il nuovo arrivato spalancò per tutta la loro estensione prima di lanciare un ruggito, guardando il mostro avversario... che sbiancò – cosa quasi impossibile, visto il pallore della sua pelle. “Ora, Blaster: attacca Maestro Zombie! Ruler Flame!” gridò. Non appena l’ordine raggiunse le orecchie del mostro, questi batté le ali fino a raggiungere la sommità della cupola, per poi lanciare dalle sue fauci una fiammata all’apparenza ardente che, una volta raggiunto il bersaglio, esplose, causando danni all’avversario.
    LIFE POINTS KYLE: 7000
    “Perfetto!” esclamò Dake soddisfatto. “Adesso sono teoricamente in svantaggio carte... ma basteranno queste per i casi di emergenza e sono a posto.” Rifletté posizionando due carte, che apparvero dietro Blaster... cosa che lo fece rimanere senza carte in mano, seppur soddisfatto dalla sua posizione. “Ora ti passo la mano, Kyle!” Non appena questa frase terminò, le luci si spostarono gradatamente dal castano all’avversario, anche se il petto pulsante del Drago Sovrano faceva rimanere illuminato il terreno del suo possessore.
    “Molto bene, draw!” esclamò Kyle dando formalmente inizio al suo turno, sorridendo a guardare le carte che aveva in mano. Erano solo quattro, sarebbero bastate a sconfiggere il Drago Sovrano degli Inferi? “Innanzitutto attivo Sepoltura Sciocca, con cui mando Zombie Untore dal mio mazzo al Cimitero!” esclamò rivelando la carta magia mentre sul suo Terreno apparivano diverse persone che afferravano una minuscola creaturina e la buttavano in una fossa per poi metterci sopra una bara, nonostante il sotterrato fosse palesemente vivo. “Adesso rimetto una carta dalla mia mano alla cima del Deck: in questo modo Zombie Untore può tornare a vivere!” esclamò Kyle mentre il retro di una carta appariva sul Terreno e, facendo leva sotto la lapide, la faceva saltare, facendo tornare l’Untore in campo: questi era un minuscolo essere antropomorfo, dal corpo arrotondato di colore viola, le braccia sporche d’olio e la faccia ridente in un punto imprecisato tra il torace e la fronte. “Ora,” continuò sorridente il biondino. “attivo Richiamo della Mummia, per poi Evocare Normalmente Mezuki!” sul suo Terreno di gioco comparve anche un toro bipede, dal manto marrone; indossava una sorta di gonnellino grigiastro e impugnava una mannaia. “Let’s start Synchro Summon!” cantilenò quindi indicando i suoi mostri che, dopo essersi guardati, annuirono in sincronia; subito dopo il toro demoniaco si innalzò e venne avvolto da un bagliore, trasformandosi in quattro sfere di colore verde che entrarono nel corpo dello Zombie Untore... che, una volta che l’ebbe assimilate, si contorse mentre il suo corpo si squarciava, lasciandone apparire un altro: questi era una tigre bipede dalla carnagione arancione, mentre delle colonne di fiamme volteggiavano attorno a lui. “Volcan il Divino (ATK 2000), compari!” esclamò con fare solenne Kyle presentando la sua creatura mentre un largo sorriso si dipingeva nel suo volto. “Ora si attiva il potere di Volcan: posso bersagliare infatti due carte scoperte sul terreno... in modo da farle tornare in mano! Io scelgo il mio Richiamo della Mummia e il tuo Blaster, digli addio!” gridò con fare soddisfatto mentre una colonna di fiamme si dirigeva verso la zona Carte Magia e Trappola di Kyle, lanciando in aria la sua carta e rispedendogliela in mano, e un’altra andava da Blaster, sballottandolo e rispedendolo nella mano del possessore. Subito dopo Volcan saltò e diede un’artigliata contro Dake... l’unica cosa che protesse il castano fu una barriera che attingeva energia dai suoi Life Points, che subirono un forte calo.
    LIFE POINTS DAKE: 6000
    “Molto bene!” gridò Kyle con fare soddisfatto, per poi passare la mano all’altro.
    “Uff... pesco.” Disse Dake guardando il mostro avversario, per poi annunciare: “Questo duello è durato fin troppo: di conseguenza attivo la mia carta coperta, Ritorno dall’Altra Dimensione!” esclamò mentre un vortice appariva sopra la sua testa... e da esso cadevano in vario modo Fonditore Galil, Grifon Fiamma Chimerica e Magmatriceratopo... il tutto al modico costo della metà dei suoi Punti Vita.
    LIFE POINTS DAKE: 3000
    “Comincio sovrapponendo Grifon e Triceratopo... OVERLAY!” esclamò mentre i suoi mostri si trasformavano in raggi rossastri, che a loro volta formarono uno strano drago metallico. “Appari, Costellazione Ptolemy M7, e tramite il tuo potere speciale fai tornare nel mazzo Volcan il Divino!” ordinò al nuovo arrivato Dake. Il drago fagocitò uno dei suoi Materiali Xyz, per poi sparare dalla sua bocca un fascio di luce che si muoveva a spirale... e, una volta colpita la tigre nemica, la fece scomparire. “Proseguo bandendo dal mio Cimitero il Triceratopo staccato da Ptolemy, e dalla mia mano un Orfano Galil... per Evocare nuovamente Blaster, il Drago Sovrano degli Inferi!” esclamò subito dopo mentre il processo di Evocazione del Drago Sovrano si ripeteva e i tre mostri rimanenti si preparavano a un ultimo attacco.
    Mentre il mostro Costellazione apriva le fauci e scagliava una sfera di energia rossastra sfrigolante, il Drago Sovrano degli Inferi intercettò quella sfera con una fiammata che sparò dalla bocca. Infine quest’ultima sfera ardente venne scagliata contro Kyle da una cannonata del Fonditore Galil, facendola esplodere al contatto con il bersaglio. Settemila danni e quattrocento.
    LIFE POINTS KYLE: 0
    I numeri virtuali che avevano creato la cupola si mostrarono nuovamente in un movimento a discendere, facendola smaterializzare e mostrando Brad e Alicia che aspettavano i due, evidentemente per parlare. Una volta che Kyle e Dake furono scesi si batterono il pugno, complimentandosi a vicenda.
    “Grande partita!” esclamò Kyle.
    “Non sei stato da meno!” ribatté Dake sorridendo.
    Alicia rimase a guardarli in silenzio, poi l’omaccione che stava accanto a lei si avvicinò ai due, sorridendo bonariamente e ponendo una mano nelle spalle di ognuno. Entrambi i ragazzi sentirono le ossa scricchiolare sotto quel peso.
    “Allora, ragazzi!” esclamò l’energumeno in tono vivace. “Si duella, eh? Si duella! Molto bene, bisogna tenersi sempre in allenamento, non si sa mai quando bisogna combattere! In ogni caso, ora, venite... abbiamo bisogno di parlare per discutere il da farsi.” Disse indicando quattro sedie poste attorno a un tavolino su cui si potevano vedere, sparsi, foglietti e penne, complessi schemi e un vassoio con biscotti al cioccolato riposti sopra. Tutti si sedettero sulle suddette sedie, poi Alicia prese a parlare.
    “Dunque,” iniziò la rossina guardando tutti i presenti. “il nostro Covo è stato scoperto, corretto? Quello che non mi spiego è come sia stato possibile che un Generale conoscesse la sua ubicazione. In ogni caso, qua siamo bruciati. Non so se mi spiego.” Sbuffò.
    “Alicia fa sempre il ragionamento corretto, sì!” esclamò Kyle con sguardo apparentemente sognante e perso nel vuoto; fu un pizzicotto di Brad a riportarlo alla realtà, quindi esclamò, imbarazzato: “Ah... S-sì... è un bel guaio!”
    C’era però un particolare che, da dopo la battaglia, nessuno aveva minimamente calcolato e che, anzi, sovvenne nella mente di Dake solo alcuni istanti dopo aver sentito la frase di Kyle: le Ali che aveva lasciato Prometheus!
    “Scusate, ragazzi!” esclamò infatti ponendo lo sguardo in un punto imprecisato dello stanzone e, una volta che lo ebbe raggiunto, si chinò a raccogliere quegli strani oggetti lasciati dall’Entità: erano composti da una sottile ossatura con tre allungamenti diagonali, uniti e ricoperti da una membrana rossastra. Davano l’impressione di una piccola mano palmata ricoperta di sangue, e Dake distolse lo sguardo mentre tornava, si sedeva e le buttava freneticamente in mezzo al tavolo. “Queste qua... Ce le ha lasciate quel coso volante, no? Ha detto che... erano delle... Reliquie di Duo... mi pare.” Commentò tentando di ricordare le sibilline frasi dette da Prometheus prima di scomparire.
    Kyle si alzò a fissarle, seguito a breve da Brad e Alicia. Il biondino, dopo averle guardate attentamente, commentò: “Non mi pare di averne mai sentito parlare, sinceramente...”
    “Io invece sì!” esclamò a sorpresa Brad con un sorrisone, afferrando cautamente una delle due ali e fissandola tenendola sopra la propria testa, in controluce, come un numismatico che tenta di capire se la moneta che sta esaminando sia vera o falsa. “Quando ero bambino, nel mio paese c’era una vecchietta corrispondente al nomignolo di Nonna Dolore. Si diceva delirasse, ma a quanto pare doveva avere ragione! Chissà quante ne aveva viste, di battaglie...” commentò con sguardo perso nel vuoto e un lieve sorriso. “A quanto diceva Nonna Dolore, le Reliquie di Duo erano... fatemi ricordare...” posò le ali e si tenne la fronte con una mano, facendo mente locale dei ricordi d’infanzia. “... ricordo solo... Duo era un grande guerriero che ascese al potere supremo. Controllava l’equilibrio... non mi ricordo che poteri si narrava avesse. Però mi ricordo che manteneva l’Equilibrio Entropico insieme a altre due Entità di cui era il superiore, Prometheus – colui che annunzia, la causa – e Stocchu, colui che... Non ricordo, al momento. Comunque, si diceva che Prometheus tentò di diffondere storie in modo che la gente perdesse fede in Duo... e Duo stesso lo sigillò in un’altra dimensione, ponendo il suo corpo fisico a bloccarlo.” Spiegò. “Queste Reliquie... dovrebbero essere i Frammenti di Duo... secondo le leggende.”
     
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    Capitolo 8

    “Chi siamo noi? Possiamo dire veramente chi siamo?” chiese retoricamente Kyle guardandosi intorno e attirando l’attenzione di tutti. “No, perché noi non siamo; diventiamo. Ciò che siamo ora non è ciò che eravamo come non è ciò che sarà.” Era avvenuto che, dopo il breve accenno di Brad al suo villaggio natale e la spiegazione circa la natura delle misteriose Reliquie di Duo, il biondino aveva attaccato con un discorso simil-filosofico riguardante il vero Io, con grande disappunto di Alicia.
    “Kyle.” Sbottò infatti la rossina; si reggeva la testa con la mano, mentre teneva l’avambraccio appoggiato alla superficie del tavolino. “Capisco ti piaccia parlare di queste cose, ma non mi sembra il caso.” Sbuffò infastidita lanciandogli occhiate quasi rancorose.
    “Ma no,” ribatté Dake con sguardo perso, mentre fissava gli occhi dell’altro ragazzo. “è una cosa così interessante. Ci ho capito qualcosa persino io.” Effettivamente Dake si era dimostrato fin da subito interessato al discorso, non avendo detto una parola – a differenza di Alicia, che aveva mugugnato qualcosa in modo rumoroso fin dai primi istanti di parlantina. Che fosse interessato al discorso o al biondino, invece, non era dato saperlo. Un rumore di una porta che si apriva, per chiudersi poco dopo, catalizzò l’attenzione di tutti mentre Brad tornava a sedersi, con una espressione sollevata in viso.
    “Sto meglio rispetto a prima,” affermò con voce calma, per poi avvertire: “ma non vi consiglio di entrare in bagno: bisognerà dare il tempo di cambiare l’aria. Piuttosto di cosa stavamo parlando?”
    “Di niente...” sbuffò Alicia facendo scivolare il capo sulla superficie del tavolo. Nonostante la freddezza e la sovrannaturale calma che dimostrava, anche lei, a quanto pare, aveva un punto di rottura.
    “Scusate, gente!” esclamò allora Dake attirando l’attenzione di tutti. “Invece di soffermarci tanto su Duo, Prometheus, Stocchu e le divinità in croce... perché prima non pensiamo al Folle?” domandò proponendo di lasciare al più tardi le Reliquie di Duo e di preoccuparsi prima del loro obbiettivo primario: la morte di Gulldor.
    “Sarebbe un tantino ostico.” Commentò Kyle. “A parte il fatto che dicono sia fortissimo, ti faccio notare che nel nostro breve incontro non siamo riusciti a fare niente nemmeno a Vance. Immaginati il dover combattere contro ben quattro Generali!”
    Era un problema effettivamente abbastanza grave: se già il Generale con cui avevano combattuto s’era dimostrato tanto forte, bisognava aspettarsi che gli altri tre suoi parigrado fossero potenti quanto lui, forse di più, forse di meno... Stava il fatto che sarebbe risultato quasi impossibile. Dake si mise a pensare: era davvero impossibile realizzare la sua vendetta?
    “Ma certo! E’ ovvio!” esclamò soddisfatto tutt’a un tratto, battendosi una mano sul palmo dell’altra con fare risoluto e un sorrisone in volto. Tutti si voltarono a fissarlo, intenzionati a non perdere una parola di ciò che il castano avrebbe detto. “Non siamo i soli a odiare Gulldor: c’è tutta una popolazione che lo vorrebbe morto! Basterà chiedere una mano alla popolazione e... e...” l’entusiasmo del giovane si spense all’istante quando incrociò lo sguardo di Alicia: la rossina lo guardava con espressione un po’ compassionevole e un po’ rattristata. “Che c’è, Alicia?” domandò subito con fare stupito.
    “Dake...” sussurrò lei con un sorriso senza gioia. “La popolazione non sarà mai con noi.” Rivelò mentre Brad e Kyle annuivano mestamente, lasciando un incredulo Dake a fissare l’interlocutrice con aria sbalordita. “Per quanto Gulldor abbia portato a una vita di regole, proibizioni e morti... è anche vero che ha realizzato una società utopistica: nessun furto... nessuna rivolta... niente scontri popolari... nessuna disparità sociale. A parte tra il popolo e lo ‘Stato’, intendo. Non so se te ne rendi conto... Ma, a riuscire nel nostro intento, alla realtà dei fatti noi saremmo i cattivi.”
    “Ma... ma...” tentò di ribattere Dake, stupito e allo stesso tempo infuriato. “E’ impossibile! Come può la gente...”
    Brad gli posò una mano sulla spalla. “Noi siamo noi, la gente è la gente. Ognuno decide da che parte stare. Noi riusciremo nel nostro intento di uccidere Gulldor... poi continueremo la nostra rivolta fin quando questa ‘società utopistica’ non cadrà.”
    Dake si mise a pensare. Gulldor aveva potenzialmente realizzato un incubo, solo proibizioni e doveri, ma nessun diritto. Com’era possibile pensare che avesse fatto un favore alle umani gente, strappandole da quella vita di ordinaria routine? Forse era lui a vederla nel modo sbagliato... No, impossibile, si disse. In ogni caso, avrebbero dovuto darsi una mossa, fare qualcosa. E l’unica cosa che Dake vedeva logica, al momento, era una.
    “Io vado a uccidere Gulldor.” Affermò all’improvviso con tono deciso, attirandosi sguardi sorpresi da parte di tutti i presenti. “Potrà essere forte quanto gli pare, ma non mi sconfiggerà mai in un duello a Duel Monsters.” Spiegò la sua strategia con un sorrisetto lanciando ironici sguardi a Kyle e ad Alicia, i quali erano stati sconfitti proprio in uno scontro del genere.
    “Andiamo, Dake.” Ribatté Alicia con sguardo severo. “Sai meglio di me di quanto sia folle una cosa simile.”
    “Forse. Ma piuttosto che rimanere a tergiversare sul da farsi, su quella divinità e su quest’opinione pubblica, preferisco muovermi e fare qualcosa di concreto.” Annunciò per poi incamminarsi verso l’uscita. Dopo appena due passi venne però afferrato al busto da braccia possenti, che il castano riconobbe come quelle di Brad.
    “Piantala, ragazzo.” Sibilò a denti stretti l’energumeno voltandosi di scatto e lanciando Dake su una sedia, su cui atterrò pesantemente con un tonfo. “Alicia ti ha già detto che sarebbe il peggiore degli errori fare come hai detto tu, quindi smettila subito, rimani qua. Stop.” Concluse accompagnandosi con un gesto orizzontale del braccio, quasi a descrivere una immaginaria sbarra che a separare Dake dall’uscita.
    Contemporaneamente a quando questo accadeva, nella reggia di Gulldor si sentiva aria di tempesta; in una saletta, Vance e Shegon, il primo completamente guarito dalle ferite procurategli da Prometheus grazie all’intervento di una Maga Guaritrice di Corte, parlottavano tra loro.
    “Sai cos’ha il Sommo Gulldor?” domandò con tono grave il Generale dai capelli grigiastri al collega.
    “Negativo,” rispose quello. “si sa solo che il nostro Imperatore sta da qualche minuto tentando di contattare, oserei dire con ansietà, un nostro collaboratore.”
    “Sì...” sussurrò Vance con un mezzo sorriso. “... la talpa.”
    Effettivamente Gulldor, seduto nel suo trono, si teneva la fronte con una mano, sussurrando frasi concise mentre una espressione di totale concentrazione era visibile sul suo volto.
    “Sì... Capisco... Dunque hai ucciso tu uno dei nostri... Sì... Un sacrificio necessario... Molto bene, ti lascio... Continua con il tuo lavoro e sarai... ricompensato.” Sibilò per poi tornare a guardare dinanzi a sé, il volto ora rasserenato. Solo per poco.
    Quattro delle vetrate che facevano entrare un poco di luce nel corridoio della Sala del Trono si ruppero, contemporaneamente, causando un grande fracasso mentre frammenti di vetro verdi, rossi o azzurri cadevano dappertutto: alcuni pezzi su un candelabro spento, altri sul lungo tappeto, altri ancora tra le ossa dei cadaveri che facevano da contorno alle pareti, mentre tante figure quante erano le finestre rotte apparivano. Una voce gridò.
    “MODALITA’ DUELLO!”
    Improvvisamente cinque pezzi di marmo si sollevarono dal pavimento, proprio davanti a Gulldor e ai quattro nuovi arrivati, mentre la Cupola si formava attorno a loro e l’aria si faceva tutt’a un tratto tesa e luci di natura artificiale rischiaravano quell’oscuro corridoio... nonostante le tenebre rimasero ancora fitte nell’angolo del folle. I nuovi arrivati erano un ragazzo e tre ragazze, tutti dal povero vestiario ma con una feroce determinazione in volto.
    MODALITA’ DUELLO 4VS1 CON TURNI A SCHEMA A-B-A-C-A-D-A-E
    LIFE POINTS ‘NUOVI ARRIVATI’: 32.000
    LIFE POINTS GULLDOR: 8000
    “E’ la tua fine!” gridò una delle tre ragazze mentre pescava una carta dal suo mazzo. “Noi faremo tornare il mondo com’era prima! Pesco!” Il Folle era apparentemente sordo alle grida della ragazza, mentre sorrideva velatamente e guardava le mosse che avrebbero fatto gli avversari. Neanche il fatto di trovarsi in quattro contro uno l’aveva minimamente turbato. “Chiamo innanzitutto sul Terreno di gioco il mio mostro Comrade, Spadaccino di Landstar!” esclamò mentre il mostro da lei citato appariva in campo: si trattava di una specie di bambino dalla faccia tonda e paffuta, impugnava una spada tozza e indossava una armatura rossa di un qualche materiale all’apparenza soffice. “Quindi passo.” Proseguì mentre le luci si spostavano su Gulldor... che, per qualche strana ragione, rimaneva sempre invisibile, avvolto da quella scura nuvola che sempre lo attorniava.
    “Pesco.” Disse con voce inverosimilmente pacata e umana, quasi una mamma che tenta di far addormentare il proprio bambino cantandogli una ninna-nanna. “Chiamo ora in campo Bioniploid Gunner (ATK 1600).” Aggiunse, quasi in un sussurro, mentre il mostro da lui giocato appariva in campo: si trattava di un mostro antropomorfo, indossava una armatura azzurra d’un colore più scuro in prossimità delle gambe, delle braccia e delle tempie; mentre un braccio era normale, l’altro presentava un cannone al posto dell’avambraccio, i piedi terminavano a punta e mostrava una strana gemma rossastra in testa, che rifletteva sinistre ombreggiature. “Ora si attiva l’effetto di Bioniploid Gunner, con cui, quando viene Evocato Normalmente, posso chiamare Specialmente dalla mia mano un altro mostro Bioniploid: nel mio caso, Bioniploid Slasher (ATK 1400).” Proseguì mentre il primo Bioniploid alzava il braccio-cannone e, dopo un attimo di concentrazione, vi creava davanti una sfera d’energia azzurra che, staccandosi dalla bocca dell’arma, si espanse e si dilatò fino a ottenere una forma antropomorfa, per poi perdere quell’etereo colore azzurro e mostrare il nuovo arrivato per ciò che era: un robot antropomorfo dal viso gentile, indossava una tuta nera all’apparenza comoda, in modo da facilitare i movimenti, e sul busto una corazza rossastra che gli ricopriva anche gli avambracci, e di cui del medesimo colore erano gli stivaletti che portava; mostrava un caschetto aderente rosso con una gemma azzurra sulla fronte, una folta chioma bionda e, infine, impugnava una spada costituita da una piccola elsa metallica e una lama laser a forma di triangolo isoscele, di colore rosa. Non appena toccò terreno, il nuovo arrivato scagliò quella spada contro lo Spadaccino di Landstar, uccidendolo, per poi far tornare quella spada tra le mani, smaterializzandola e materializzandola subito dopo tra le sue mani.
    “Ora posso dichiararvi un attacco con entrambi i miei mostri.” Proclamò il Folle impartendo ai suoi Bioniploid il tacito ordine di attaccare: Gunner creò dal suo braccio-cannone una sfera di energia azzurra simile a quella che aveva usato per creare Slasher ma che, al contrario di essa, quando toccò il bersaglio – ovvero i ragazzi – esplose. Tanto per non dar loro il tempo di riprendersi, fu ora il momento di Slasher, che colpì con l’elsa della sua spada i quattro nemici, causando loro ingenti danni.
    LIFE POINTS ‘NUOVI ARRIVATI’: 29.000
    “Ora come ora non posso rischiar di lasciarvi i miei mostri come facile preda dei vostri...” osservò Gulldor, quindi afferrò una carta dal mazzo più piccolo e fece una rapida lettura del testo, per poi, sorridendo, affermare: “Sincronizzo ora Bioniploid Gunner e Bioniploid Slasher,” disse mentre il robot azzurro si scomponeva in quattro sfere verdastre che entrarono nel corpo dell’altro, che subito si illuminò e spiccò un salto, rimanendo come un piccolo sole ad abbagliare il Terreno avversario. “In questo modo posso Evocare Bioniploid F – Simmetrico (ATK 2600) e passarvi la mano.”
    Improvvisamente da quel piccolo sole ch’era divenuto il Bioniploid Slasher la luce si diradò, rivelando una nuova creatura: era grande il doppio della precedente, si trattava di un robot antropomorfo dalla corazza d’un color crema con delle piccole decorazioni nere; la testa, cuneiforme, rivelava due piccoli occhietti rossastri, nel petto stavano tre sfere azzurre e mostrava, a partire dalla schiena, due semicerchi perfettamente simmetrici di colore giallo, che roteavano in senso orario ininterrottamente. Non appena questa nuova creatura fu atterrata sul Terreno del Folle, le luci si spostarono progressivamente verso il campo avversario: ora era il turno dell’altra ragazza, dopo il fallimento della creatura dell’amica ancora più determinata a combattere.
    Se solo le spietate Leggi della Cupola non permettevano di parlare durante una battaglia a carte, i quattro ragazzi avrebbero certamente parlato a Gulldor, parole ricche di passione e di speranza per la loro idea, per una società totalmente diversa da quella del Folle... insomma, i pensieri che anche la Resistenza nutriva.
    “Pesco!” gridò la duellante di turno eseguendo l’azione appena dichiarata, per poi, senza quasi pensare, mostrare una delle carte che aveva in mano. “Attivo subito la carta Magia Offerte al Condannato con cui, al modico costo di saltare la mia Draw Phase, potrò distruggere il tuo stupido robot!” esclamò con fare rabbioso per poi puntare il dito contro il Bioniploid F... quest’ultimo, non appena si accorse di ciò, fece brillare sinistramente i cerchi azzurri che aveva nel petto, facendo esplodere la carta e lanciandola al Cimitero. Gulldor sorrise e si sentì in dovere di avvertire i propri avversari delle potenzialità del suo mostro.
    “Mi sono dimenticato di avvertire” disse infatti. “che Bioniploid F – Simmetrico è immune agli effetti d’una qualsivoglia carta Magia.”
    “Potevi dirlo prima!” commentò la ragazza con astio limitandosi a posizionare una carta coperta, per poi passare nuovamente la mano a Gulldor e ai suoi robot.
    “Pesco.” Annunciò subito il Folle mentre afferrava con foga una carta, la sua sovrannaturale calma per la prima volta infranta. La cosa era andata troppo per le lunghe. “Evoco ora Bioniploid ReCycle (ATK 0), con cui aggiungo dal mio Cimitero alla mia mano Gunner e Slasher. Ora, per effetto di Simmetrico, potrò distruggere la tua carta coperta.” Disse mentre le azioni da lui ordinate venivano eseguite: apparve innanzitutto in campo un mostro dall’aspetto robotico, un essere antropomorfo nascosto da una grande armatura nera. Aveva due gambe possenti compensate da due braccia piuttosto fini, due spallacci, un foro al centro del petto e due occhi malefici. Non appena questi tocco terra lanciò un getto di luce verso un punto imprecisato del Terreno, da cui apparvero i fantasmi dei due precedenti automi, che tornarono nella mano del Folle. Subito dopo Simmetrico lanciò un raggio di fuoco in direzione della carta coperta, distruggendo una Forza Riflessa ch’era stata nascosta per proteggere al momento opportuno quel gruppo di Ribelli. “Vedo che vi difendevate egregiamente.” Osservò Gulldor, per poi giocare un incantesimo. “Ma non basterà. Ora attivo infatti la carta Evocazione Doppia, con cui potrò eseguire una Evocazione Normale addizionale. Di conseguenza gioco Bioniploid Gunner, con cui evoco da capo Slasher.” Continuò mentre le azioni eseguite il turno prima si ripetevano e i due automi comparivano nuovamente in campo, ben lieti di poter fronteggiare nuovamente quei ribelli.
    “Ora sovrappongo i miei mostri Bioniploid Slasher e ReCycle, entrambi di Livello Quattro!” esclamò d’un tratto Gulldor mentre i suoi mostri, una volta sentito l’ordine, si trasformavano in scie di luce giallastra che fluttuarono in alto nel cielo fino a raggiungere un portale spaziale, dentro cui entrarono... e da cui uscirono, volteggianti attorno a una nuova creatura, un essere antropomorfo composto unicamente da ingranaggi di diversi colori attorno a cui roteavano Slasher e ReCycle, due lucciole volteggianti. Non appena l’essere toccò il terreno causò una sorta di scossa tellurica, a dimostrazione di quanto fosse pesante. “Compari, Ingranaggio Gigante X (ATK 2300).” Lo esortò Gulldor. Poco dopo il nuovo arrivato afferrò una delle lucciole che gli ronzavano pigramente intorno e la stritolò nel palmo della mano, per poi lasciarla cadere nella mano del Folle: s’era trasformata in una carta.
    “Grazie all’effetto di Ingranaggio Gigante X,” spiegò il Dittatore. “posso aggiungere un mostro Macchina dal mio mazzo alla mia mano, al costo di un Materiale. Nel mio caso...” tutt’a un tratto le varie luci si spensero. Si udì una risata sguaiata e due luci rossastre divamparono nell’oscurità come il fuoco nella più cupa delle notti. Quando, finalmente, si diradò, la cupola era scomparsa, e i corpi di quei ragazzi, esanimi, a terra. Gulldor scese dal trono, con la nube scura che si spostava con lui, e si spostò vicino a quei corpi.
    “Ancora non riesco a capire” commentò con aria impassibile guardando quei cadaveri martoriati posati su un laghetto di sangue, le espressioni stupite stampate sul volto. “come possa fare certa gente a volere una vita tra caos e guerre.” Poi parve tornare alla realtà da quei pensieri e si guardò intorno, quasi con fare stupito. Sussurrò. “C’è qualcuno che conosce Prometheus meglio di me. Elizabeth.”

    Nel Covo della Resistenza, nel frattempo, Dake si era finalmente abituato all’idea di essere da solo contro il mondo a nutrire quei sentimenti d’odio e d’astio verso il regime di Gulldor, sicuro del fatto che avrebbe avuto successo, prima o poi. Si alzò dalla sedia su cui era seduto e guardò Alicia con aria decisa, stringendo con determinazione un pugno.
    “Vance.” Sibilò. “Dobbiamo trovare Vance.”
    “Ma... perché?” domandò la rossina con aria sorpresa da quella strana affermazione.
    “Abbiamo ucciso i Giudici Gentili perché Gulldor li ha mandati contro di noi. Dobbiamo renderlo nostro alleato.” Disse sorridendo a una Alicia non troppo convinta da quelle parole.
     
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    Oddio, sono rimasto troppo indietro xD Non potresti fare capitoli più corti? un conto è leggere un capitolo da venti pagine su un libro, e un conto è leggere un coso così xD Nel senso: se fai capitoli lunghi, (a me) passa un o' la voglia di leggerli, per leggere una cosa del genere, devo mettermi comodo con il mio libro/e-book in mano, altrimenti diventa pesante come cosa xD Comunque ti prometto che cercherò di leggere da dove avevo lasciato xD
     
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    No, mi dispiace. A parte che i capitoli, in questa parte di storia, sono ancora relativamente brevi (verso il capitolo 15 si allungheranno leggermente), è il mio stile di scrittura.
    E sono 5 pagine, non 20.
     
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  6. Beppe 94
     
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    CITAZIONE (Nossi‚ Gubiardo di Ciao @ 18/5/2014, 10:28) 
    No, mi dispiace. A parte che i capitoli, in questa parte di storia, sono ancora relativamente brevi (verso il capitolo 15 si allungheranno leggermente), è il mio stile di scrittura.
    E sono 5 pagine, non 20.

    Capitoli corti??? Non so che concezione tu abbia ma a questo punto sei ben avviato per scrivere un libro...
     
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    Beh, a dire il vero sono corti, se confrontati con i capitoli di un libro, ma io resto dell'idea che le fan fiction debbano essere letture meno pesanti xD
     
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